Chi pensa che si tratti semplicemente di una moda, sbaglia di grosso.
Perchè Periscope, la app comprata da Twitter e dedicata al mobile video streaming, è destinata a cambiare di nuovo, e in profondità, il nostro rapporto con la rete. In questi primissimi giorni di funzionamento, Periscope sta dimostrando tutte le sue potenzialità, spingendo ancora più in là la frontiera della condivisione dei contenuti e delle esperienze.
Il funzionamento è semplice: si scarica la app, ci si loga con il proprio account Twitter e si sbarca su una timeline con i contenuti. Cliccando, si accede ai singoli streaming, e di colpo si viene proiettati nella diretta dei tanti utenti che stanno popolando la piattaforma.
Il Fatto Quotidiano e Wired, in questi giorni, hanno raccontato ai loro lettori che cosa hanno trovato su Periscope: tramonti polinesiani, balli in maschera al Disney World di Orlando, concerti, cacce al tesoro, e chi più ne ha, più ne metta. Ma presto, su Periscope, potrebbero arrivare anche tanti contenuti giornalistici.
Le potenzialità di questo strumento per il mondo dell’informazione sono enormi. A cominciare dal citizen journalism, con un numero sempre maggiore di comuni cittadini che potrebbero iniziare a raccontare grandi e piccoli eventi in prima persona in streaming, e magari anche diventare la proiezione delle stesse redazioni, rispondendo a domande in diretta o facendosi letteralmente guidare dai giornalisti, che quindi si ritroverebbero istantaneamente sul luogo della notizia.
La sensazione è che per l’industria delle news all’orizzonte ci sia una nuova e potentissima ondata di disintermediazione. E interpretarla non sarà semplice.