il I primi contatti ci sono già stati. Nelle prossime settimane arriverà una proposta formale e, tra qualche mese, il progetto si concretizzerà con una prima serie di test.
Sono questi i tempi che Facebook si è data per far arrivare sulle bacheche dei suoi utenti, il cui numero veleggia ormai verso quota 1,5 miliardi, contenuti giornalistici integrali.
Niente più rimandi ai rispettivi siti internet delle singole testate, dunque.
A rivelarlo è il New York Times che evidenzia come il progetto possa rappresentare un “salto nel vuoto” per il mondo dell’editoria, abituato a “ingaggiare” i propri lettori attraverso le sue piattaforme, anche al fine di profilarli e sfruttare commercialmente il valore di quei dati.
E’ vero che, come ricorda sempre l’articolo, l’ipotesi a cui sta lavorando Facebook permetterebbe di veicolare contenuti pubblicitari al fianco dei contenuti giornalistici; tuttavia, l’impatto di questa iniziativa rischia di destrutturare ulteriormente l’industria dell’informazione online, ancora alle prese con la definizione di un valido modello di business in grado di assicurarne la sostenibilità.
Non a caso il progetto di Facebook è stato accolto con una certa freddezza dagli addetti ai lavori, con diverse aziende editoriali preoccupate anche dal fatto che la presenza di contenuti giornalistici integrali sulle bacheche del social network si potrebbe tradurre in una perdita di controllo sui rispettivi brand.
“Le aziende editoriali vogliono allargare il raggio di diffusione dei loro contenuti – spiega Alan Mutter, consulente esperto dell’industria delle news e del giornalismo, sentito dal New York Times – ma, allo stesso tempo, non vogliono perdere il rapporto diretto con i loro utenti-lettori”.
Facebook ora sta provando a incunearsi tra queste due esigenze (per il momento) contrapposte. E il modo in cui fruiamo delle news online potrebbe presto cambiare radicalmente.
