DIGITALE O NON DIGITALE, L’EDITORIA È IN CRISI

Wired dimezza la redazione e passa a due numeri all'anno

C’è un giornalismo raccontato dagli editori e c’è una situazione reale dell’editoria che è un po’ diversa.

Questa situazione non riguarda solo i quotidiani ma anche la stampa specializzata di qualità.

Prendiamo il caso di Wired che nella mente collettiva è percepito come un giornalismo di qualità e di frontiera in cui l’innovazione non è solo il contenuto della testata ma anche il modo di raccontarlo.

Ebbene, come ricorda il comunicato sindacale solo 2 mesi fa il deputy managing director di Condè Nast Italia dichiarava al Corriere della Sera che “il digitale ci salverà, ma la carta non muore”.

La situazione della testata e del cartaceo sembrano oggettivamente in una situazione diversa a leggere le decisioni dell’azienda che, sempre stando al comunicato sindacale, avrebbe ridotto la periodicità del cartaceo da dieci numeri all’anno a due numeri all’anno, che poi significa divenire un “semestrale” , e la redazione da 12 a 6 giornalisti che poi significa un taglio del 50%.

C’è qualcosa che non torna. Il cartaceo non muore ma diviene semestrale che, per un settore quale l’innovazione, rischia di essere una periodicità fuori dal tempo.

Si ritorna allora al problema di fondo. Sono i lettori che non leggono più o che comunque non vogliono più pagare per l’informazione o sono gli editori che non sanno adeguare l’offerta informativa alle nuove esigenze dei lettori e quindi, di conseguenza, degli inserzionisti?

Nel prossimo post (semestrale) l’ardua sentenza…..portate pazienza….

autore

Angus

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