NON SOLO ALGORITMI E SVILUPPATORI. DIETRO ALLA SEZIONE TRENDING DI FACEBOOK CI SONO DEI “NEWS CURATOR”.

“Fai salire quella notizia”, “Crediamo di più in questa storia”, “Battiamo questo filone, stiamoci dietro”.

A leggere il documento di cui è venuto in possesso il Guardian, pare quasi di sentirla vociare, la redazione di Facebook News. E già, perché l’intervento dell’algoritmo, che il gigante di Menlo Park ha sempre sostenuto di utilizzare per suggerire le notizie native ai propri lettori (ovvero notizie presentate direttamente nelle bacheche degli utenti, senza passare attraverso il classico link copiato e incollato) in realtà pare essere molto meno incisivo di quanto ci si aspettava.

Da quello che emerge, Facebook si sarebbe dotato di una vera redazione, che svolgerebbe un’attività editoriale a tutto tondo. L’algoritmo c’è, ma i risultati vengono elaborati da un piccolo team che effettua delle valutazioni sostanzialmente identiche a quelle di una qualsiasi altra newsroom.

Niente “neutrality”, dunque. E qui sta il problema, perché Zuckerberg, in materia di news, ha sempre rassicurato sulla totale automatizzazione del processo.

Facebook, dopo essere stata presa in contropiede, ha diffuso un documento aggiornato, rispetto a quello nelle mani del Guardian, con delle linee guida che vanno a mitigare l’impatto del lavoro svolto dal team di editor. Lavoro che si riassumerebbe in: verifica del fatto, realizzazione di una descrizione del fatto (rafforzata da almeno tre articoli di tre diverse testate), applicazione di un’etichetta (sport, politica, etc.), valutazione della notizia in termini di audience, decidendo se ha carattere nazionale o globale.

Un tentativo di recuperare terreno che in molti hanno già giudicato goffo, come ricorda anche Repubblica. E questo perché, al di là di tutto, quello che emerge è che il lavoro degli editor è comunque centrale nella gestione del flusso di news. Molto più centrale di quello che il social network aveva lasciato intendere.

Zuckerberg in prima persona, attraverso un post sul proprio profilo, ha affermato che Facebook aprirà un’indagine per assicurarsi che il team al lavoro sulle news abbia salvaguardato l’integrità del prodotto (al momento disponibile solo su alcuni mercati, e non in Italia).

Nell’attesa che quest’indagine venga condotta, l’entusiasmo degli addetti ai lavori nei scorsi mesi legato agli accordi stretti da Facebook con alcune delle maggiori testate al mondo (tra queste, The New York Times, Usa Today, The Wall Street Journal, The Washington Post) sembra già essere un lontano ricordo.

autore

Angus

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