LA CENTRALITÀ DEL VIDEO NEI MODELLI DI COMUNICAZIONE

Sul nuovo MAG di LegalCommunity

Al recente Festival del Giornalismo di Perugia sono stati presentati dati molto interessanti che hanno un impatto sul modo di comunicare e sulle strategie di comunicazione. Secondo uno studio di Forrester Research un video di un minuto ha la stessa efficacia comunicativa di circa 1.8 milioni di parole. Sempre sul tema video Cisco stima che, entro il 2019, la rete sarà attraversata da circa un milione di minuti di contenuti video al secondo. Dati impressionanti che testimoniano l’efficacia del video e la tendenza verso un utilizzo sempre maggiore e ricorrente di questo strumento. La rilevanza del video si associa ad un altro fattore legato al crescente utilizzo del mobile quale strumento (device) di fruizione di contenuti. Se è evidente che l’utente acquisirà informazioni sempre più attraverso video fruiti su mobile è importante che la comunicazione si adegui non solo a livello di tecnologia ma anche a livello di impostazione dei messaggi e di modalità con i quali si raccontano. In questo “nuovo mondo” emergono alcune esigenze a cui deve attenersi la comunicazione corporate. La prima indicazione è che i contenuti devono essere sintetici, chiari, memorabili e, se possibile, vista la diffusione dei social, indicizzabili. La seconda indicazione è che tali contenuti devono potere essere condivisi facilmente. La terza indicazione è che il non verbale sta divenendo un fattore importantissimo nel trasferire efficacemente i messaggi. Una ricerca realizzata negli Stati Uniti ha evidenziato che l’importanza del verbale in una comunicazione pesa solo per il 7%. Il 55% è non verbale e il 38% paraverbale. Declinato sulla comunicazione corporate tutto quanto è stato evidenziato implica una tendenza verso la semplificazione dei contenuti che passa attraverso la sintesi e attraverso nuove modalità e strumenti di comunicazione dei contenuti stessi. Video e storytelling sono nuove parole sulle quali si strutturano percorsi di comunicazione a livello corporate. Se cambia la comunicazione a livello corporate può avere un senso che gli Studi legali rivedano ed evolvano le modalità con cui comunicano se stessi e comunicano ai propri clienti. La tendenza è verso una minore preponderanza di testo e contenuti e verso una semplificazione degli stessi attraverso immagini o video. Invece che spendere migliaia di battute nel testo sul chi sono di uno Studio all’interno del sito ha più efficacia uno slogan e una declinazione dello slogan supportata da un breve video di pochi minuti in cui si racconta lo Studio. Invece di newsletter inviate ai clienti dense di testo che racconta il cambiamento normativo, meglio una video pillola di pochi minuti che racconti e sintetizzi il cambiamento normativo e l’impatto, salvo poi rimandare con un link al testo della legge o della sentenza. Meglio ancora se questi contenuti sono pensati per essere messi nei social network e condivisi. Insomma anche la comunicazione degli Studi legali non può prescindere da quanto sta accadendo a livello più generale e deve trovare nuove modalità e nuove forme che sappiano declinare la complessità dello studio o della norma in una sintesi che sia chiara, comprensibile ed efficace e che, a sua volta, possa stimolare l’approfondimento e il contatto. In questa sintesi è fondamentale che i soggetti che ne sono portatori siano consapevoli che il loro non verbale può essere determinante per considerare un messaggio memorabile o meno. Si dirà che così si banalizza e si snaturano i contenuti? Può essere ma questa è la realtà e l’attualità. E questa nuova realtà non ascolta o ascolta sempre meno approcci tradizionali. E allora meglio adattare le modalità per trasferire i contenuti piuttosto che parlare senza essere ascoltati.
Claudio Cosetti
Twitter: @claudiocosetti

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