LA BCE E LA CERIMONIA DELLA NON TRASPARENZA

Il 18 marzo la Banca Centrale Europea ha inaugurato ufficialmente la sua nuova sede di Francoforte. Il grattacielo di vetro è costato 1,3 miliardi di euro ed è stato costruito nella parte est della città, lontano e isolato rispetto al centro finanziario – un modo per marcarne il ruolo di banca super partes. L’inaugurazione dell’edificio è passata alla cronaca non solo per il massiccio dispiegamento di forze dell’ordine e degli scontri violenti tra polizia e manifestanti del movimento anticapitalista blockupy, ma anche per la scelta della BCE di non invitare giornalisti alla cerimonia.

Il direttore dell’autorevole quotidiano tedesco Handelsblatt Hans-Jürgen Jakobs ha scritto ieri un editoriale dal titolo “Cerimonia della non trasparenza”, con il quale ha voluto lanciare un monito alla BCE. Jakobs critica aspramente l’avanzamento in Germania di un fronte che considera la stampa come “bugiarda”. Un libro del giornalista e politologo Udo Ulfkotte dal titolo “Giornalisti comprati” è diventato un bestseller e secondo Jakobs esagera nel diffamare un’intera categoria, tacciata di essere manipolata da forze oscure, come Nato e Atlantik-Brücke. Jakobs parla di una tendenza, favorita sempre più dai canali digitali, a pensare che si può andare avanti anche senza giornalisti. Niente muove più governi, istituzioni e imprese quanto il controllo del proprio brand e della propria immagine. Il fatto che i giornalisti possano avere una propria percezione spesso può disturbare la “performance” – e questo è il contesto nel quale si inserisce la decisione della BCE di invitare alla propria cerimonia di inaugurazione solo pochi rappresentanti della stampa, motivandola con preoccupazioni relative alla sicurezza.

Secondo Jakobs l’ardito grattacielo di vetro è diventato per un giorno fortezza e simbolo della pressione sulla stampa. E’ come se la banca delle banche, che si è innalzata a ruolo di garante della zona euro, abbia deciso di rimpicciolirsi proprio nel momento della festa.

“I giornalisti indipendenti fanno la differenza in una società democratica. Bisogna solo voler dialogare con loro” conclude il direttore di Handelsblatt.

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Redazione B&P

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